Nel 1975 la rivista F. comme Femmes chiede ad Agnès Varda e ad altre registe di girare sette minuti su "Cosa significa essere donna?”.
Agnès Varda risponde mettendo al centro del soggetto il corpo della donna, il suo sesso, inventando un cinè-tract in cui una decina di donne prendono la parola per parlare delle contraddizioni a cui la società le costringe, arrivando alla conclusione che la donna deve essere reinventata e con essa anche l’amore.
Si tratta di capire come la donna reagisce all’ambivalenza che da sempre le viene imposta e che Agnès Varda rappresenta attraverso la foto di una donna per metà velata e per metà nuda. La società occidentale, infatti, da un lato invita la donna ad essere pudica, moralmente velata, a non parlare del proprio sesso e a reprimere i propri desideri fisici. E dall’altro lato chiede alla stessa donna, moglie e madre perfetta, di mostrare le gambe per vendere collant, le spalle per vendere profumi ed esibire il corpo per vendere auto.